Un buon 2018 per gli investimenti immobiliari in Italia

Al MIPIM di Cannes vengono presentati i dati 2018

La situazione del mercato immobiliare italiano è, da alcuni anni a questa parte, positiva, con un buon volume di investimenti nel settore, favorito da diversi fattori interni e internazionali. I dati che riguardano il 2018 sono particolarmente interessanti e sono stati presentati dalla divisione EMEA del grande gruppo internazionale Cushman & Wakefield, operatore e analista tra i più attenti ed affidabili nel settore real estate.

Il report sull’andamento degli investimenti immobiliari 2018 nel mondo è stato illustrato al MIPIM di Cannes, il più grande meeting mondiale degli operatori real estate che si è svolto nella città della Costa Azzurra dal 12 al 15 marzo scorsi.

Naturalmente, per CIRAV, che si occupa di fornire un supporto a 360 gradi a chi desidera investire nell’immobiliare, questi dati sono estremamente interessanti e, soprattutto, ci sembra doveroso analizzarli, seppur brevemente, in questo articolo per condividere con chi è interessato al tema real estate, e magari desidera investire in questo settore col nostro aiuto, la nostra visione su ciò che è accaduto nel mercato immobiliare italiano nel 2018 e sulle prospettive per il 2019.

Ci baseremo, per le nostre riflessioni, sui dati contenuti in un interessante articolo de Il Sole 24 Ore in cui viene presentato e commentato proprio il report 2018 di Cushman & Wakefield.

Un anno in lieve flessione

Nel 2017 il mercato real estate in Italia aveva raggiunto il record storico di investimenti immobiliari, con la ragguardevole cifra di 11 miliardi di euro, e, dopo questa straordinaria performance, si poteva presumere, per certi versi, che il 2018 avrebbe registrato una flessione. Una contrazione degli investimenti del 23,8% ha portato, in effetti, l’ammontare degli investimenti immobiliari in Italia a 8,4 miliardi di euro, una cifra, bisogna però sottolinearlo con forza, che continuaad essere ampiamente superiore alla media degli ultimi dieci anni.

Questa contrazione, d’altra parte, sembra essere in decisa controtendenza rispetto all’andamento del mercato mondiale che, dopo aver segnato anch’esso un record nel 2017, lo ha battuto con una crescita del 4%, portando la cifra totale degli investimenti real estate sul pianeta a 1750 miliardi di dollari.

Le ragioni della flessione italiana, pur nell’ambito di un periodo decisamente positivo, sono da riscontrarsi sia nell’instabilità politica seguita al cambio di governo nazionale, sia nel timore, finora rivelatosi infondato, di un aumento dei tassi di interessi dell’eurozona che, negli ultimi anni, con il loro basso livello, hanno sostenuto indubbiamente la propensione all’investimento immobiliare in Italia.

Possiamo concludere, con gli esperti di Cushman & Wakefield, che il 2018 sia stato, comunque, un anno molto positivo per il settore real estate nazionale che, pur avendo scontato un fisiologico calo dopo le grandi prestazioni dell’anno precedente, ha suscitato l’interesse di una platea di investitori che non smette di crescere.

Chi investe sul mattone italiano?

Un dato estremamente interessante sugli investimenti real estate 2018 in Italia, infatti, è legato proprio all’identità degli investitori. Oltre agli investitori tradizionali, infatti, che non smettono di mostrare grande interesse per l’immobiliare nazionale, il nostro mercato real estate ha attratto, come negli anni scorsi, nuovi capitali, soprattutto provenienti da alcuni Paesi asiatici.

In particolare, questi nuovi investitori, secondo il report di Cushman & Wakefield, lamentano la fatica di inserirsi in un mercato immobiliare in cui l’offerta, soprattutto di qualità, stenta a soddisfare la domanda. Un’osservazione, quest’ultima, che dovrebbe fare drizzare le antenne a tutti coloro che intendono fare degli investimenti value add sul mattone in Italia.

Sono sempre sostenuti anche gli investimenti cross-border, che non sembrano risentire molto di un certo velo di instabilità generalizzata a cui, per altro, anche gli investitori nazionali si sono ormai abituati senza grossi problemi. Infatti, se guardiamo a chi, dall’estero, acquista un immobile in Italia, vediamo che il flusso di investimenti è sempre intenso, fino a raggiungere il 40% del totale, e che proviene, in particolar modo, da Svizzera, Francia, Germania e Regno Unito.

Possiamo quindi concludere, tracciando un profilo del nostro mercato real estate dal punto di vista dell’identità degli investitori, che ci sono tre diverse grandi categorie: quella legata ai capitali interni, sia privati, sia istituzionali, quella sostenuta dai capitali esteri, con una sempre maggiore aggressività di quelli asiatici, e, infine, quella degli investitori privati esteri, spesso piccoli o piccolissimi, in ottica di investimenti cross-border.

Quali prospettive per il 2019?

Cushman & Wakefield non ha dubbi sulla prosecuzione del trend positivo per il mercato immobiliare italiano. I bassi tassi d’interesse, che non sembrano doversi alzare nei prossimi mesi, il buon rendimento legato alla crescita dei canoni d’affitto e gli investimenti previsti per la riqualificazione di molte aree urbane, sono le principali ragioni che fanno prevedere, anche in caso di una nuova stagione di instabilità politica, un 2019 decisamente positivo per il real estate italiano.

Il tema degli investimenti nell’urbanistica è centrale, inoltre, per comprendere la differenza di appeal tra le diverse aree del Paese. In questo ambito è paradigmatico il caso di Milano, una città che, negli ultimi anni e, in prospettiva, ancora per molto tempo, sta attuando una grande riconversione delle aree industriali e logistiche dismesse grazie ad una combinazione virtuosa tra le politiche delle amministrazioni locali e la capacità di attrazione di investimenti e capitali determinata da alcuni settori trainanti, come il fashion, il design e l’innovazione.

Il mercato immobiliare milanese, infatti, è il più dinamico sul territorio nazionale e ha raccolto negli ultimi anni, in media, 3 miliardi di euro l’anno di investimenti. Roma, invece, pur essendo cresciuta nell’appeal generale, resta ancora indietro, con 2 miliardi di euro medi all’anno, soprattutto per la mancanza di politiche urbanistiche coerenti e di lungo respiro, che costringe gli investitori ad essere piuttosto selettivi nelle proprie scelte.

Muoversi con sicurezza e successo nel mercato degli investimenti immobiliari in Italia, quindi, non sembra assolutamente impossibile, secondo il report di Cushman & Wakefield, a patto che si tengano in conto diversi fattori: il rapporto tra tassi d’interesse e rendimenti da canone di locazione, la compresenza di investitori di diverso tipo e le loro dinamiche specifiche e, infine, le situazioni locali, che presentano una variabilità estrema e che seguono, spesso, logiche differenti rispetto a quelle riscontrabili a livello nazionale.

In ogni caso, affidandosi all’esperienza e alla professionalità di CIRAV, potrete essere sicuri di ottenere il meglio dai vostri investimenti real estate in Italia, avvalendovi dei nostri servizi di consulenza finanziaria e operativa.

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